
Incertezza, intolleranza all’incertezza e le sue conseguenze psicologiche
Possiamo definire l’incertezza come l’impossibilità di stabilire l’esito certo di eventi futuri.
La natura imprecisa degli eventi genera dubbi e perplessità. Complica il processo decisionale perché manca di prevedibilità e non ci fornisce elementi certi di conoscenza sulla base dei quali agire.
L’incertezza è qualcosa che fa parte della nostra vita, tutti noi l’abbiamo sperimentata. Un certo grado di imprevedibilità è inscindibile dalle nuove esperienze e può rappresentare uno stimolo per mettersi alla prova e conoscersi meglio. Tuttavia, in alcune situazioni, è possibile sperimentare una eccessiva paura per l’ignoto. Questa ci porta a mettere in atto strategie di gestione rigide e stereotipate che sono disfunzionali per la crescita e il benessere psicologico individuale.
A livello psicologico sperimentare incertezza vuole dire avere paura dell’ignoto, definita anche “intolleranza all’incertezza” (intolerance of uncertainty, IU), che rappresenta un importante fattore di vulnerabilità personale.
Coloro che sperimentano elevata IU sviluppano convinzioni negative riguardo l’ignoto e le sue conseguenze. Hanno una maggiore tendenza a reagire negativamente a livello emozionale, cognitivo e comportamentale nei casi di situazioni ed eventi incerti. Ovvero, situazioni delle quali non si conosce l’esito (positivo, neutro o negativo) perchè non si sono ancora verificate.
La IU gioca un ruolo fondamentale nei disturbi d’ansia. Infatti, individui con elevata IU tendono a sovrastimare la probabilità che eventi inaspettati, negativi e minacciosi possano accadere. Interpretano le informazioni ambigue come fonte di minaccia. Frequentemente sentono di non possedere abilità e strumenti adeguati a fronteggiare situazioni improvvise e negative. Di conseguenza, tendono ad evitare gli eventi valutati come incerti.
L’evitamento viene rinforzato da una riduzione dell’ansia che, contrariamente a ciò che può sembrare, rappresenta un fattore di mantenimento dell’ansia stessa. Infatti, impedisce alla persona di elaborare l’esperienza emozionale e di sperimentare l’assenza del collegamento tra stimolo incerto e conseguenze avverse.
Una seconda strategia è l’iper-coinvolgimento. Nel tentativo di aumentare la certezza, le persone possono per esempio focalizzarsi troppo su un evento. Inizia così una ricerca eccessiva d’informazioni, pensano insistentemente a possibili esiti futuri e alle relative azioni.
Al contrario, il disimpegno può tradursi nella ricerca di distrazioni, impegnandosi in altre attività.
L’impulsività prevede invece, l’agire senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni. Il tentativo è quello di eliminare immediatamente l’incertezza. Questa modalità può anche portare a comportamenti rischiosi o dannosi per sé.
Un’ulteriore strategia possibile è l’esitazione. Essa si traduce nel non agire, causato dalla difficoltà di scelta tra le strategie precedenti.
Infine, il “flip-flop” (oscillazione) consiste nel continuo e repentino cambiamento di strategia, per cui la persona oscilla tra la ricerca della certezza e l’evitamento dell’incertezza.
Ormai da molti mesi stiamo affrontando una fase di profonda incertezza. Le informazioni riguardo la diffusione, le conseguenze, il contenimento e il trattamento di COVID-19 vengono cambiano di frequente lasciando spesso una sensazione di poca chiarezza. Parallelamente, la disinformazione si diffonde creando molta confusione rispetto alle strategie più efficaci da adottare.
Va inoltre considerato che, da un lato, nei mesi scorsi l’allentamento delle misure imposte per il contenimento del COVID-19 ha aumentato la fiducia in una risoluzione dell’emergenza. Facendoci sperimentare un ritorno alla normalità. Dall’altro lato, ha diffuso, in alcuni la convinzione di un’immotivata preoccupazione medica. Queste opposte reazioni non favoriscono una gestione equilibrata della nuova fase sanitaria che si sta delineando in questo frangente.
Tutto ciò genera elevati livelli di stress e profondo disagio. La necessità di gestire i sentimenti negativi può portare le persone a mettere in atto condotte poco adattive e disfunzionali, a scapito del proprio benessere fisico e psicologico. In particolare, alcuni possono sviluppare un iper-coinvolgimento, impegnandosi nell’eccessiva ricerca di informazioni sui dati e sull’evoluzione di COVID-19. Monitorare più volte al giorno i canali di informazione che trattano dell’argomento. Pensare spesso alle possibili conseguenze e strategie da intraprendere, rimuginare sugli esiti. Tale condotta fa aumentare, sul momento, la percezione di “controllo della situazione” e risponde allo scopo di prepararsi ad ogni eventualità. È necessario comprendere che in questo caso la sensazione di sicurezza è solo illusoria e ha come conseguenza negativa l’incremento delle sensazioni di disagio ed incertezza.
In altri casi possiamo assistere al disimpegno, al fine di evitare la fastidiosa sensazione di incertezza. Si può tradurre nell’evitare in modo attivo tutto ciò che riguardi l’emergenza sanitaria. Non informarsi e comportarsi come se non stesse accadendo nulla di grave o insolito. Questa strategia di evitamento è efficace nel breve termine, perché ci allontana dalle emozioni negative connesse alla situazione di stress ed incertezza.
In modo ancora più drastico, l’impulsività può essere adottata come strategia per eliminare l’incertezza e le conseguenze ad essa connesse. Può portare a mettere in atto condotte trasgressive e non rispettose delle regole. Si associa spesso alla convinzione che la rinuncia/modifica delle proprie abitudini sia più dannosa delle possibili conseguenze negative per la salute propria ed altrui.
Il risultato, in entrambi i casi, è quello dell’impossibilità di elaborazione della situazione temuta. Le emozioni negative, come ansia, paura, rabbia e colpa, dalle quali tentiamo di difenderci, con molta probabilità si presenteranno in modo persistente e senza preavviso.[/gt3_custom_text]
I segnali di malessere possono manifestarsi in vari modi. Oltre ad un più tipico aumento dei livelli di ansia e paura, possono presentarsi anche disturbi del sonno, rabbia immotivata, difficoltà di concentrazione. Espressioni comuni sia ad adulti che ai più piccoli e che influenzano vari ambiti della nostra vita.
il compito della psicologia è quello di aiutare le persone ad imparare a gestire e tollerale l’incertezza. Confrontarsi con un professionista permette di dare voce ai timori legati alle situazioni di stress e disagio. Facilita l’assunzione di una posizione di equilibrio più adattivo tra l’iper-coinvolgimento e il disimpegno e un adattamento più efficace alla realtà. Permette di trovare uno spazio di comprensione ed elaborazione dei propri vissuti emotivi al fine di migliorare il benessere.
A cura di: dott.ssa Iolanda Esposito – Psicologa-psicoterapeuta, consulente in sessuologia

L’amicizia in età adulta
L’amicizia come cambia nel tempo
Durante l’infanzia e la giovinezza i contesti in cui è possibile entrare in relazione con i coetanei e stringere nuove amicizie sono molti e variegati.
In età adulta invece sembra sempre più difficile fare nuove conoscenze. Anche i rapporti di lunga data possono allentarsi a causa dei cambiamenti di vita. C’è chi è troppo impegnato e non si fa più vedere, chi è sempre via per lavoro o si trasferisce, chi invece sembra improvvisamente cambiare carattere e non riconosciamo più come la persona che avevamo apprezzato una volta, chi frequenta le amicizie del partner ecc.
Le giornate sono piene, il lavoro e gli impegni occupano gran parte del nostro tempo e le occasioni per trovare nuovi amici sembrano diminuire.
Inoltre, nei vari contesti di vita non siamo sempre circondati da nostri coetanei e anche la condivisione di esperienze e stati d’animo risulta frenata. I percorsi di vita diventano sempre più differenziati e personali e cominciano a divergere sempre più da quelli dei nostri amici.
Tutto ciò rende sempre più complessa e difficile l’amicizia tra adulti.
Come l’isolamento sociale influenza le nostre vite
La sensazione di solitudine è sempre più frequente tra gli adulti che si ritrovano a non avere una rete di amicizie e conoscenze sulla quale fare affidamento.
Purtroppo l’isolamento sociale è un fenomeno in crescita. Dagli anni 80, la percentuale di adulti americani che dicono di essere soli è raddoppiata. In più con la crescita della popolazione mondiale aumentano anche le persone che si ritrovano a vivere da sole.
Numerosi studi dimostrano come l’isolamento influisca negativamente sul benessere psico-fisico alterando il sonno, influenzando il sistema immunitario, aumentando lo stress e la possibilità di sviluppare sintomi ansiosi e depressivi
Al contrario, vivere una vita socialmente gratificante abbassa il rischio di avere problemi di salute specifici.(Department of Health Sciences dell’University of York, 2016). Più in generale, aumenta l’aspettativa di vita (Department of Counseling Psychology della Brigham Young University).
Secondo l’Eurostat, un italiano su otto si sente solo. L’11,9% di chi vive in Italia non ha qualcuno con cui parlare dei propri problemi personali e il 13,2% degli italiani dai 16 anni in poi sostiene di non avere una persona alla quale chiedere aiuto.
I dati confermano quindi quanto l’amicizia da adulti sia complicata da mantenere, ma anche da ritrovare.
Siamo esseri sociali, meno social
La nostra natura sociale fa si che il bisogno di avere accanto persone conosciute che ci apprezzano, ci danno valore e ci portano gioia non si esaurisca mai.
La base di partenza per fare amicizia è un’esperienza condivisa, una passione o un interesse in comune. Quando ci sembra complicato scovare i posti ideali in cui fare nuove conoscenze e trovare le parole giuste per approcciare persone, può capitare di affidarci ai social network. Se è vero che da un lato possono essere un canale utile per mantenere i contatti con vecchie conoscenze o rappresentare un’opportunità per farne delle nuove, più spesso diventano un motivo in più per sentirci virtualmente connessi ma vederci sempre meno ed essere, in realtà, emotivamente distanti.
Invertire la tendenza e trovare nuovi amici da adulti è possibile
Avere amici da adulti non solo è possibile, ma è necessario.
Le ricerche hanno dimostrato che le amicizie sono importanti per la nostra salute fisica ed emotiva per tutto il corso della vita.
Un passo fondamentale per costruire relazioni sane è quello di pensare a ciò che ci piace di noi, concentrarci sugli aspetti positivi del nostro carattere e imparare a valorizzarli perché anche gli altri li vedano e li apprezzino.
Scoprire cosa ci piace può essere utile per coltivare nuove passioni che ci portino a conoscere persone con le quali abbiamo già qualcosa in comune.
Vincere le resistenze e uscire! É più semplice se si trovano occasioni di aggregazione ed eventi a quali partecipano piccoli gruppi, per uscire pian piano dal guscio e non sentirsi troppo spaesati. É un’occasione per acquisire fiducia in noi stessi e fare belle scoperte.
Gli ingredienti per l’amicizia
Non esistono regole universali e ogni relazione può essere diversa dalle altre. Ci sono però alcuni ingredienti fondamentali.
- Dedicare tempo e cura ai rapporti. Non tutte le amicizie sono “colpi di fulmine”, concedetevi del tempo per conoscere l’altro e farvi conoscere.
- L’intimità e la fiducia nel rapporto crescono man mano. Raccontate i vostri segreti o i pensieri più intimi solo quando vi sentite pronti.
- Reciprocità e uguaglianza sono fondamentali nell’amicizia. Bisogna essere disposti ad offrire qualcosa di se stessi per entrare in relazione con l’altro. Stringere un rapporto reciproco fondato sulla fiducia è possibile solo se ci apriamo agli altri e “corriamo il rischio” che l’altro ricambi con le stesse energie e lo stesso investimento emotivo.
A cura di dott.ssa Iolanda Esposito – psicologa psicoterapeuta, consulente in sessuologia
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