
La crisi di coppia dopo la nascita di un figlio
Nella caduta ci sono già i germogli della risalita, fragili ma verdi. Vanno coltivati con premura.
Carl Gustav Jung
L’arrivo di un figlio, comporta un forte cambiamento all’interno dell’equilibrio della coppia: il passaggio dalla vita a due a quella a tre è molto difficile e non sempre procede come avevamo immaginato. Questo è sicuramente un momento meraviglioso e unico, ma allo stesso tempo molto difficile e complicato e la coppia può trovarsi ad affrontare una crisi.
Più in generale, la vita di coppia è molto diversa da quella famigliare, soprattutto all’inizio, quando il bambino assorbe gran parte delle energie fisiche, mentali ed emotive.
Inizialmente, nei primi mesi di vita del bambino, la priorità diventa la relazione madre-bambino, la donna si cala sempre più nel suo ruolo di madre, mentre il padre è ancora un po’ lontano dal suo ruolo e il rischio è che rimanga fuori da quella diade madre-bambino e si possa sentire escluso.
Invece, diventa importante che al neo-papà venga “presentato” il proprio bambino, che gli sia concesso di tenerlo in braccio e accudirlo. Nella società di oggi, dove madre e padre lavorano, diventa essenziale che ci possa essere un interscambio dei ruoli, dove anche il padre riesca a mettere in atto comportamenti che un tempo erano solo femminili come cucinare, addormentare il bambino, vestirlo, cambiare il pannolino, senza tuttavia perdere il suo ruolo di padre.
La coppia, ma in genere soprattutto la madre, modifica la propria vita per assicurare al figlio una base sicura su cui fondare la propria crescita, ossia il soddisfacimento di quelli che sono i suoi bisogni primari. L’esperienza del parto può essere estremamente faticosa, così come quella dell’allattamento: le alterazioni del ritmo sonno-veglia, spesso, influenzano negativamente l’umore.
Una coppia che era dotata di un buon equilibrio, riesce a fronteggiare questo momento stressante e transitare dunque dalla vita a due a quella tre, senza rimanere lesa. In questo caso i due partner riescono ad appoggiarsi l’uno all’altro senza mettere in crisi sé stessi e l’identità della coppia e raggiungono dunque insieme un nuovo equilibrio. Tuttavia, quello che risulta complicato è proprio il meccanismo che conduce al raggiungimento di un nuovo equilibrio e questo è ciò che spesso porta alla crisi della coppia.
Tra i fattori che possono determinare la crisi nella coppia troviamo anche l’intrusività delle famiglie d’origine. A tal proposito, emergono come fortemente problematici i rapporti con le rispettive famiglie d’origine e i partner esprimono una rilevante difficoltà a stabilire una “giusta distanza”. In particolare, può accadere che i nonni possano scambiare il concetto di supporto alla coppia con quello di intromissione nella gestione ed educazione del nuovo arrivato. La gestione delle famiglie d’origine può dare spesso adito a forti tensioni nella coppia e un partner può richiedere all’altro di scegliere “da che parte stare”, in un gioco di alleanze e recriminazioni che non farà altro che alimentare la crisi e produrre allontanamento. Anche in questo caso, l’arrivo del bambino richiede una ridefinizione di ruoli e confini nelle famiglie d’origine (il genitore deve passare al ruolo di nonno e accettare che il proprio figlio diventi a sua volta genitore…).
Anche la sessualità, nei primi mesi risente fortemente dell’arrivo del bambino: se da un lato ci sono una serie di difficoltà fisiche nel corpo della donna che fanno calare la frequenza dei rapporti, dall’altro esistono anche alcune componenti psicologiche che si intromettono nella vita sessuale della coppia. I cambiamenti del corpo dopo la gravidanza e il parto sono spesso vissuti male dalla donna: ci vuole tempo affinché torni a riconoscere sé stessa davanti allo specchio. In questo può giocare un ruolo fondamentale anche l’uomo che deve cercare di alleggerire questo vissuto femminile, sottolineando i progressi verso uno stato di forma e minimizzando il più possibile i naturali “difetti”.
Anche per l’uomo, tuttavia, la gravidanza e il parto possono lasciare dei vissuti spiacevoli legati a una visione del corpo femminile improvvisamente diversa: capita che alcuni raccontino di aver vissuto male il momento del parto a causa del sangue e di tutto quello che accade in quei momenti; così come capita di sentire raccontare che il corpo in gravidanza è stato vissuto come qualcosa di lontano dalla sessualità e di avere grosse difficoltà a riacquisirne una visione diversa.
Diventa fondamentale anche in questo caso, cercare di ritagliarsi dei momenti privati che coinvolgano solo la coppia. Una passeggiata a due, una cena, un cinema….
Per evitare che la coppia cada in crisi diventa quindi necessario recuperare uno spazio di coppia, un momento dove confrontarsi e comunicare le proprie paure, preoccupazioni, rabbie ma anche gioie e felicità. Trovare dunque un “ luogo” dove parlare del “ noi ” della coppia, nonostante tutte le difficoltà. Comunicazione e dialogo sono le giuste armi per fronteggiare la crisi, altrimenti è facile che distanza e rabbia prendano il sopravvento e creino un allontanamento. Spesso in terapia di coppia emerge questo bisogno di vicinanza che però non si riesce a comunicare all’altro (a volte manca anche la volontà). In particolare, l’altro viene sentito come troppo lontano e distante e questo porta a un allontanamento e a una chiusura in noi stessi che, a sua volta, conduce a un allontanamento anche da parte dell’altro partner. Questa è una dinamica circolare, che può essere però spezzata con la comunicazione. Tale dialogo nella la coppia implica un riuscire a dire al partner: “Mi fido di te nonostante tutto”, “So che potrai prenderti di cura di me”, e ha a che fare con l’affidarsi all’altro. Questi temi così profondi, nei momenti di cambiamento della coppia vengono messi in discussione e diventa facile inciampare e andare in direzioni diverse. In questi casi può essere utile rivolgersi a qualcuno di esperto e esterno alla coppia che abbia gli strumenti per aiutarci in questo difficile e complicato momento.
Per ritrovare il noi e riuscire a sentire nuovamente l’altro bisogna fermarsi un attimo e ripartire, trovare un luogo e uno spazio per recuperare questi temi attraverso il dialogo e la comunicazione.
“La vita non è quello che dovrebbe essere. È quello che è.
È come l’affrontiamo che fa la differenza”
Virginia Satir
A cura di Dottoressa Viola Barucci psicologa e psicoterapeuta
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